 Per gli ospiti sono disponibili tre moduli abitativi da 20 posti e seguiti da altrettante equipe specializzate, formate da 1 medico psichiatra,1 psicologo, 2 infermieri professionali e 8 educatori professionali.
Ci sono anche due appartamenti protetti, situati nel centro del comune di Cairo Montenotte, con risorse appositamente dedicate.
Ogni equipe terapeutica s’incontra settimanalmente per una riunione clinica e di programmazione-valutazione dei progetti terapeutico-riabilitativi individuali; svolge assemblee di programmazione organizzativa e seminari interni di studio; effettua, con cadenza quindicinale, una supervisione con uno psicoterapeuta esterno.
Le equipe sono continuamente aggiornate e partecipano a un programma costante di formazione professionale.
Gli psichiatri hanno in carico i pazienti dal punto di vista farmacologico; conducono i colloqui individuali con loro e collaborano alle attività comunitarie.
Gli psicologi, oltre ad affiancare il medico nella presa in carico dei pazienti, coordinano le attività terapeutiche (arteterapia, gruppo di lettura, gruppo di disegno, attività cavalli, attività agricola).
Il servizio di infermeria è curato da dieci infermieri professionali, che preparano e somministrano le terapie farmacologiche e accompagnano i pazienti alle visite specialistiche.
Gli educatori, in tutto 24, hanno completato il percorso di riqualificazione previsto dalla Regione Liguria . La loro attività è indirizzata a seguire il paziente nella realtà quotidiana, occupandosi dei vari aspetti della vita di ogni giorno, preparando con l’equipe programmi individualizzati per ciascun ospite e sempre aggiornati con i servizi invianti.
|
Mentre il paziente risiede nella comunità, sono programmate attività specifiche con obiettivi diversi: l'adattamento alla vita comunitaria, la socializzazione, l'apprendimento di nozioni teoriche e pratiche sull'agricoltura.
Saper condividere la quotidianità con i pazienti e lo stesso tempo, saper accettare e tollerare le proiezioni e i ruoli imposti a livello transferale, consente di costruire insieme quello spazio intermedio in cui diventa possibile contenere gli aspetti più terrifici dell'esperienza psicotica, provando a verbalizzarli e in seguito, a comprenderne il significato e le connessioni con le esperienze passate e presenti.
L'adattamento alla vita comunitaria è attuato attraverso il rapporto continuo con gli educatori, che seguono i pazienti a gruppi. I gruppi risiedono in 3 moduli abitativi che ospitano venti pazienti ciascuno. Pur essendo libero lo scambio tra i gruppi, le unità abitative hanno una loro caratterizzazione e una loro relativa autonomia gestionale.
Nella singola unità abitativa ogni paziente ha un suo spazio privato molto simile a quello di un'abitazione familiare, essendo gli appartamenti dotati di tre o quattro camere da letto, soggiorno, cucina e doppi servizi.
Come in famiglia, l’ospite partecipa alla gestione della casa.
Ogni attività degli educatori è finalizzata alla realizzazione dello scopo terapeutico e viene concordata con lo staff, discussa e verificata nelle riunioni periodiche interne e durante gli incontri con gli operatori della U.S.L. di competenza.
Come attività agricole, la comunità dispone di una grande area per l’orto e una serra attrezzata per l'orticoltura e la floricoltura. Sia la serra che i servizi generali sono appaltati alla "Agriellera inserimento lavorativo", una cooperativa sociale di tipo b che permette a molti i ospiti inserimenti lavorativi retribuiti, in accordo con il progetto terapeutico concordato.
La comunità ha un indirizzo psicodinamico, riferito cioè all'elaborazione, attraverso strumenti psicoanalitici, delle problematiche relative alla psicosi. Nell'ambito di questa impostazione, la caratteristica di Prà Ellera è quella di basarsi sulle capacità "naturali" degli educatori, che assumono il ruolo di "buoni genitori".
|