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L'evoluzione di Prà Ellera

 

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ATTIVITÀ

Quando una persona entra nella struttura ha l'obiettivo, più o meno consapevole, di doversi curare. La sofferenza di cui è portatrice l'ha allontanata dalle sue abitudini di vita e da tutte quelle costanti che forse rendono la sua esistenza ripetitiva ma proprio per questo rassicurante. Il malessere e la presa di distanza dalla propria quotidianità, spingono un individuo verso un'alienazione senza punti di riferimento, che non fa che incrementare il disagio spingendolo fin nelle zone più intime e profonde dell'animo.
Fin dai suoi esordi la nostra comunità ha creduto che ancorare i suoi ospiti ad una realtà che andava via via disfacendosi fosse un elemento indispensabile alla cura. Noi pensiamo che le attività siano ancore di salvataggio. Le persone, nello scorrere della loro esistenza, cucinano, vanno al cinema, giocano a pallone. Magari hanno un giardino o un orto. Alcune si dedicano al restauro o al disegno. Qualcuno partecipa a feste e tanti trovano in un bar un punto di riferimento, in cui incontrare amici e trascorre qualche ora di svago. E questi sono solo esempi.
L'attività che un ospite svolge è la testimonianza tangibile e concreta di “esserci ancora”, di fare ancora parte di un tessuto che non si strappa al primo colpo.
Avere una mansione a cui dedicarsi significa sentirsi competenti e quindi ancora soddisfatti di sé e delle proprie qualità.
Una qualsiasi denominazione di un compito, preceduta dalla parola attività o seguita da quella “terapia”, indica semplicemente un aspetto della vita comune di ogni individuo, riportato in un assetto organizzato e strutturato dall'esterno.
È così che l'attività calcio significa giocare a pallone mentre l'ippoterapia non è altro che salire a cavallo per il piacere di farlo. Questi “progetti” colmano i vuoti lasciati dietro di sé dal passaggio implacabile del disagio psichico, grazie all'inserzione di semplici quanto preziosi spicchi di quotidianità.

Il modello di riferimento della cura a cui si ispira viene dal background culturale psicoanalitico dei soci fondatori ed è direttamente ispirato ad autori quali E. Rosenfield, A. Green, P. Racamier, E. Kestenberg, C. Balier, R. Kaes, ed alcuni autori ed analisti italiani quali: Hartmann, A. Bauleo, C. Neri e A. Correale.

Fin dall’inizio i problemi organizzativi dentro e fuori la struttura, la complessa tipologia della domanda di riferimento, le carenze di una legge di riforma non sempre applicata e finanziata, hanno prodotto uno scarto tra un modello teorico di funzionamento ideale e un altro più realistico e ‘attuabile. Il gruppo di lavoro si era formato con un concreto background dato dalla comune formazione analitica e l’anteriore vocazione criminologica dei soci fondatori, costruita attorno agli insegnamenti e alla figura del Prof. Rossi, che all’epoca era solo un filo conduttore che univa le tutte diverse esperienze.

 

ATTIVITÀ E LAVORO PER GLI OSPITI

La posizione della comunità permette agli ospiti di vivere in un luogo ameno, sereno e inserito nella natura, senza rinunciare alle realtà sociali della vicina cittadina (scuole, palestre, biblioteche, piscina, etc.); un servizio di trasporto con navetta assicura i contatti della comunità col centro abitato, gli appartamenti, i servizi e le attrezzature della comunità, come palestra, biblioteca, etc. Le uscite sono differenziate in base al livello di autonomia degli ospiti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


METODOLOGIA DI LAVORO:

L’osservazione del partecipante è orientata psicodinamicamente e prevede l’attenzione dell'operatore libera e fluttuante, un atteggiamento mentale distaccato per meglio comprendere ciò che avviene tra i membri del gruppo. Condivisione dell'esperienza: nel senso che per osservare si deve non tanto guidare il gruppo ma eseguire gli stessi compiti e lavori con il gruppo. Gli educatori devono valutare quanto ogni paziente sia consapevole di partecipare ad un progetto che lo vede parte attiva di un programma incentrato sulla sua persona. Come tutte le attività strutturate della C.T. anche questa è inserita in un programma di supervisione costante